18 Mar I Modelli Organizzativi 231: una Tutela per le Aziende
Si ritorna a parlare, con il presente articolo, del decreto legislativo n. 231/2001, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca, finanche locali (si veda il caso dell’incendio della Orim spa), che hanno interessato le società italiane, espostesi a responsabilità penale anche per fatti compiuti dai propri dipendenti o dirigenti.
Il decreto legislativo n. 231 del 2001
Rubricato “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica”, il decreto si occupa, fra le altre questioni, di prevedere per le persone giuridiche, l’elaborazione di un modello organizzativo-gestionale dei rischi aziendali, volto a limitare la responsabilità dell’ente derivante dalla commissione, da parte del singolo operatore, di taluni reati altrimenti imputabili all’ente medesimo od ai suoi amministratori, in via presuntiva.
A titolo meramente esemplificativo, vi rientrano:
- i Reati Contro la Salute
- la Sicurezza sul Lavoro
- i Reati contro la Pubblica Amministrazione
- gli Illeciti Ambientali
- e la Criminalità Informatica
Trattasi pertanto di un’attività preventiva volta alla gestione del rischio di reato in quelle aree aziendali in cui i dirigenti o i dipendenti, potrebbero trovarsi in condizione di scegliere di agire nell’interesse od a vantaggio dell’azienda, ledendo, nel contempo, una serie di interessi diffusi e giuridicamente rilevanti quali:
- la Salute dei Lavoratori
- gli Interessi della Pubblica Amministrazione
- la Privacy dei dipendenti o di soggetti terzi
- l’Ambiente
- i Diritti Umani
>> Leggi anche: come trasformare il D.LGS. 231/2001 in un Vantaggio per la tua azienda <<
Modello 231: la Gestione del Rischio di Reato
Lo Studio Legale Merlini e Associati aiuta da anni le persone giuridiche ad elaborare tale modello, che si concretizza in un sistema analitico di procedure, modulistiche, codici etico-comportamentali, quindi in un sistema disciplinare mirato, nonché nella costituzione di un organismo di vigilanza interno all’azienda che tenga sotto controllo il “rischio di reato” nelle aree sensibili: quest’ultimo è stato ritenuto dai commentatori il cuore del “modello 231” in quanto vigila e controlla sull’attuazione del modello, elabora le informazioni, propone aggiornamenti e gestisce le iniziative di formazione volte alla diffusione della conoscenza e comprensione interna del modello 231 adottato.
Tale attività consentirebbe quindi alla persona giuridica di effettuare una valutazione del rischio insito nelle singole aree di attività in cui opera ed implementare le procedure specifiche utili a gestirlo, così prevenendo i reati.
Benché non obbligatoria, è ormai chiaro che l’esistenza del modello 231 all’interno della società consentirebbe non solo di prevenire i reati, ma di chiedere legittimamente l’esclusione o la limitazione della propria responsabilità a reato commesso. È da tale assunto che deriva l’assoluta impossibilità per la società di adoperare un modello valido per tutte le persone giuridiche, o un modello settoriale adoperabile per tutte le attività rientranti in una specifica area imprenditoriale.
Il modello gestionale utile al raggiungimento della finalità di cui sopra (ovvero prevenire, limitare ed escludere la responsabilità dell’ente) è cucito addosso alla singola persona giuridica: ciò non permette all’azienda di avvalersi di un modello generico o di elaborarlo da se, senza il rischio di renderlo del tutto inidoneo allo scopo; è essenziale, infatti, un’attività sinergica tra realtà imprenditoriale e conoscenza giuridica, tra imprenditore e consulente legale.